La Via dei Mulini lungo il fiume Zero
I giornalisti e i comunicatori della rete Borghi d'Europa stanno realizzando in Veneto e in Friuli
Venezia Giulia le visite ad almeno 20 Mulini, in occasione dell'Anno Europeo del Patrimonio Culturale.
L'Azione (I Mulini del Gusto e le Vie del Pane) propone il percorso alle Giornate Europee dei
Mulini (19-20 maggio), organizzate in Italia dall' AIAMS (Associazione Italiana Amici dei Mulini
Storici).
Venezia Giulia le visite ad almeno 20 Mulini, in occasione dell'Anno Europeo del Patrimonio Culturale.
L'Azione (I Mulini del Gusto e le Vie del Pane) propone il percorso alle Giornate Europee dei
Mulini (19-20 maggio), organizzate in Italia dall' AIAMS (Associazione Italiana Amici dei Mulini
Storici).
Elisa Pasin in StoriAmestre così scrive :
“Dopo
 un ripido e turbolento salto d’acqua lo Zero sembra “rasserenarsi”, 
muovendosi pacato verso il borgo del Colmello, appartenente al Comune di
 Marcon (provincia di Venezia). Giunge, quindi, a Marcon, dove, 
rettilineo e anonimo, lambisce la chiesa di San Giorgio e si dirige 
verso la frazione di Bonisiolo dov’è possibile ancora oggi scorgere un 
vecchio mulino in disuso dal 1950 circa, anche se il fiume in quel 
tratto è stato deviato tra il 1970 e il 1971.
Di
 questo mulino restano, a testimonianza della sua funzionalità, alcuni 
ruderi come l’arco sotto cui scorreva l’acqua del fiume. Qui ho potuto 
constatare come il letto del fiume si allarghi e le sue acque si 
facciano più tranquille e come cambi, anche se parzialmente, la 
vegetazione che attornia i suoi argini che si arricchisce di canne 
palustri.”
Lo Zero (Zero/'zɛro/ in veneto) è un fiume di risorgiva del Veneto.
Nasce
 tra San Marco e Campigo, non lontano da Castelfranco Veneto. Scorre 
attraverso la bassa provincia di Treviso (anche se un breve tratto 
iniziale è sotto quella di Padova) procedendo grossomodo in direzione 
sud-est; entra infine nella provincia di Venezia a Quarto d'Altino e si 
getta nel Dese praticamente in corrispondenza della sua foce nella 
Laguna Veneta poco a sud-est dell'odierna Altino. Durante il suo corso, 
tocca gli abitati di Badoere, Zero Branco, Mogliano Veneto e Marcon. Tra
 i vari canali e fossi che vi si immettono, il principale è il rio 
Vernise, che affluisce da destra poco dopo il centro di Zero Branco.
Il
 nome, anticamente scritto Iarius, Iarus o Zayro, deriverebbe dal 
personale di un colono romano (Darius e simili) a cui erano affidate le 
terre circostanti. Originariamente sfociava nel Sile, ma dal 1532 il 
tratto finale fu modificato artificialmente, portando all'attuale 
situazione.
Il
 suo bacino idrografico ricadeva nelle competenze del consorzio di 
bonifica Dese-Sile, di recente assorbito dal consorzio di bonifica Acque
 Risorgive.
Mulini
Lo
 sfruttamento delle sue acque permise la costruzione di numerosi mulini 
sin dal medioevo, alcuni dei quali funzionarono a pale sino agli anni 
sessanta del Novecento. La maggior parte di queste strutture furono 
aperte a partire dalla metà del XVI secolo quando, attraverso il canale 
artificiale di San Marco ed una roggia, fu aumentata la portata del 
fiume sottraendo grosse quantitativi d'acqua al Sile.
Sappiamo
 che nel 1678 erano funzionanti lungo il percorso dello Zero otto 
mulini, per un totale di diciassette ruote. I più antichi erano i mulini
 "Contarini" di Levada e "Tiveron" di Sant'Alberto, risalenti al 
Cinquecento. Quindi, scendendo verso la foce, si incontravano il mulino 
di Sant'Alberto (1667, sempre dei Contarini). Giunti a Zero Branco, si 
incontrava il mulino dei Grimani (seconda metà del XVII secolo, 
ricostruito nel 1727). Poi il mulino di Campocroce, il mulino del 
Terraglio a Mogliano (1663, appartenente al medico Francesco Brachi). A 
Marcon si trovavano invece il mulino dei Priuli, demolito 
nell'Ottocento, e il mulino Bonisiolo: già proprietà delle monache di 
Santa Caterina di Venezia, ha funzionato sino al 1970.

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